Mister Macelloni: «Ci abbiamo creduto». Signorini sul nervosismo: «Non ingigantiamo l’episodio»
Crespina lorenzana. Il ritorno all’Armando Picchi poche settimane dopo l’unico stop in campionato (3-2 per gli amaranto) è dolcissimo. Stavolta è il Cenaia a sorridere: 3-3 all’Armando Picchi e Livorno fuori dalla Coppa Italia (in caso di parità al 120’ passa la squadra che gioca in trasferta). Impresa degli arancioverdi di Macelloni, che centrano la qualificazione ai quarti in rimonta e in extremis: il Cenaia per tre volte va sotto e per tre volte pareggia. Amaranto subito avanti con Nunzi, Signorini fa 1-1 dal dischetto, Ferretti, al tramonto del primo tempo, riporta in vantaggio il Livorno su rigore. Nel finale il Cenaia la riprende con la zuccata di Cutroneo: supplementari. Gli amaranto rimettono la freccia al 107’ con Durante e pregustano i quarti: al 118’ Caciagli gela il Picchi.
Sul campo della capolista è arrivata l’unica sconfitta per il Cenaia (protagonista di un incipit di stagione super e secondo nel girone B a quota 11 punti), che aveva sfiorato il 3-3 al 90’.
Il giorno dopo l’impresa, sentiamo i protagonisti.
«Questa volta è andata bene a noi. È stata dura e lunga, ma ce l’abbiamo fatta: una grande soddisfazione per la società e per tutto il paese eliminare una città come Livorno», dice mister Massimo Macelloni, che poi analizza la gara: «Il primo tempo è stato un po’ di ambientamento, nella ripresa abbiamo giocato di più noi: ho inserito anche alcuni elementi che avevano riposato. Dopo il 3-2 ci siamo riversati in avanti: la nostra forza è stata quella di crederci fino alla fine. Siamo stati premiati in extremis».
Un po’ di tensione al fischio finale: «C’è stato un parapiglia dopo l’esultanza, ma è stato subito sedato. Forse c’era anche del nervosismo nelle fila amaranto per come è andata la partita, puntavano tanto sulla Coppa».
A firmare il gol-qualificazione quasi all’ultimo respiro Simone Caciagli (ex, tra le altre, Pisa e Pontedera), arrivato nell’estate 2020 a Cenaia dopo quattro stagioni alla Cuoiopelli: «Un 3-3 sudato. Giocare al Picchi, andare tre volte sotto e riprenderla e strappare in extremis la qualificazione contro una corazzata come il Livorno: c’è tanta tanta gioia», esordisce il centrocampista, autore di un gol dal sapore speciale: «Vengo da un anno e mezzo di inattività, c’era tanta voglia di ripartire. È la mia prima rete con la maglia del Cenaia, sono contento che abbia garantito il passaggio del turno, resterà nei miei ricordi».
Gara speciale anche per il capitano Giacomo Signorini, autore dell’1-1 dal dischetto: «Sono livornese, andavo allo stadio a vedere gli amaranto. Ai miei compagni avevo detto che avrei fatto gol al Picchi: un sogno che si è avverato. Lo racconterò a mio figlio, una giornata storica per il Cenaia», dice Signorini, che commenta gli attimi di nervosismo al termine del match: «È stata una partita combattuta, come già era successo in campionato. Quando si gioca in alcuni stadi che hanno visto grandi campioni bisogna portare rispetto, per la storia e per gli avversari. Loro erano molto arrabbiati, magari è volata qualche parola di troppo. La cosa comunque è stata subito risolta, non ingigantiamo l’episodio, figlio anche dell’adrenalina della partita e del momento».
«Una soddisfazione indescrivibile per un piccolo paese come Cenaia. Siamo venuti al Picchi a giocarcela: nel secondo tempo ne avevamo di più e si è visto. Sono livornese, è stato bello tornare da protagonista nello stadio dove venivo da bambino con mio padre. Mi dispiace per il Livorno: la piazza deve avere pazienza e stare tranquilla, la società sta facendo grandi sforzi», dice il ds Bruno Betti. «Questo è il nono campionato di fila in Eccellenza, è da maggio che stiamo lavorando. Siamo un bel gruppo, tanti giovani e alcuni giocatori di esperienza: l’ambiente è sereno, c’è entusiasmo. Per chi gioca contro il Cenaia è dura».
Fonte IL TIRRENO